Pascoli è un simbolista. Per lui, particolarmente importante e la natura, fonte di ogni
verità. Pascoli guarda al di là della realtà guarda all'essenza delle cose. Ciò
è possibile guardando al mondo con gli occhi umili è lo sguardo incantato di un
fanciullino.
Pascoli
nacque a san Mauro di Romagna in provincia di Forlì, nel 1855. Era il quarto di
dieci figli. Crebbe in campagna in una famiglia agiata. A otto anni entrò in
collegio a Urbino. Si trovava lì quando il padre venne assassinato.
Questo
omicidio, mai risolto, portò alla distruzione del nido familiare. La madre morì
l’anno dopo, ed il fratello maggiore si trasferì a Rimini con il resto della
famiglia. Pascoli terminò il liceo, ed ottenne una borsa di studio per la
facoltà di lettere a Bologna. Durante i propri studi Universitari divenne
socialista: durante una manifestazione fu riconosciuto e perse la borsa di
studio, quindi dovette abbandonare l’Università. Divenne poi anarchico e venne
arrestato.
Una
volta scarcerato lascio la politica e, nel 1882, si laureo. Divenne insegnante
di Greco e Latino alle superiori per poi passare alla carriera accademica. Nel
1905 fu chiamato dall'Università di Bologna per succedere a Giosuè Carducci, nella
cattedra di letteratura italiana.
La
sua ossessione per la ricostruzione del nido familiare lo portò a riunirsi con
le sorelle, rinunciando al matrimonio: per questo ci rimase molto male quando
la sorella Ida decise di sposarsi. Trovò il suo nido definitivo a
Castel-Vecchio con l’altra sorella. Morì di cancro nel 1912.
Temi
costanti dell’opera di Pascoli furono il lutto (a causa della morte del padre)
ed il nido (luogo di riparo dai problemi del mondo), grazie alla protezione
della famiglia. Nel nido avviene una regressione, che si sviluppo in tre direzioni:
1.
Anagrafica, Pascoli elogia la fanciullezza (innocenza, fantasia e spontaneità
del bambino, contro calcolo, egoismo e insensibilità degli adulti);
2.
Sociale, la campagna, regolata dalle leggi della natura, contro la modernità
della città regolata dalle leggi dello stato.
3.
Storica culturale, il mondo classico (Greco-Latino) e la cultura classica
contro il mondo contemporaneo e alla cultura borghese.
Le opere
Il fanciullino
Pascoli
scriveva più opere contemporaneamente, per questo nello stesso lavoro si
ritrovano stili diversi. Il massimo apice della sua poetica lo esprime nel
“fanciullino”. Secondo lui la conoscenza, deve essere basata come per i
bambini, sulla spontaneità e sull’intuizione. Anche quando si cresce e si
diventa adulti un po' del fanciullino rimane dentro di noi. Egli rifiuta la
ragione e la scienza, in favore delle emozioni e della fantasia.
Il
poeta non si limita ad analizzare gli oggetti in quanto tali, ma in quanto
simboli. Per questo lui è un simbolista. Come Adamo, i bambini, danno un nome a
ciò che vedono e sentono: un nome non solo per l’oggetto, ma per tutto ciò che
esso rappresenta. In quest’ottica, Pascoli, ricorre spesso ad analogie e alla
sineddoche. L’analogia consiste nel fare riferimento agli aspetti comuni delle
cose, la sineddoche e una parola che rappresenta qualcosa di diverso dal suo
significato (per esempio, la parte per il tutto, il contenitore per il
contenuto, il materiale per l’oggetto).
Le Myricae (Miriche)
L'opera
fu scritta in più di vent’anni. Il titolo è una parola Latina, presa da
Virgilio, che significa tamerici, una pianta umile, che si usava per accendere
il fuoco o per fare le scope.
I
temi dell’opera sono il lutto e il nido, di cui si è già parlato. nell’opera
sperimenta metriche diverse e fa molto ricorso al simbolismo (soprattutto
all'onomatopea).
Metrica è il numero di
sillabe presenti in un verso.
Onomatopea è una
parola che rappresenta in suono (es. bang!, drin drin).
I canti di Castelvecchio
Non
è un’opera unica, ma una raccolta di canti pubblicati su giornali e riviste. Ci
sono molti richiami alle “Myricae”. Anche qui si ispira a Virgilio.
Centrale
è ancora il tema del lutto: la poesia è considerata come risarcimento per il
dolore dovuto ai lutti subiti. La metrica diventa più complessa ed emergono
degli elementi folcloristici.
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