Italo Svevo è uno scrittore europeo, in quanto su di lui influiscono tutte le culture europee, e soprattutto la significativa lettura analitica di Freud e Joyce che lo aiutarono in seguito al fallimento dei suoi primi due romanzi. È così che l'autore si avvicina al decadentismo. Svevo esalta un nuovo tipo di uomo, che non è più un superuomo, ma un inetto, un teorico, un vinto. Con Svevo nasce il romanzo psicologico in Italia.
UNA VITA
Ispirato al romanzo naturalistico di Zolà per quanto riguarda il realismo, ma con una netta prevalenza di analisi psicologica del protagonista che è disposto ad abbandonare il suo villaggio ed a lavorare in una banca da disadattato. Esempio di tale personaggio è Alfonso, rinunciatario della vita e vinto dalla vita stessa, non nel senso verghiano del termine, ovvero perdente in una lotta, ma come incapace di adattarsi alla vita: l'unica soluzione ai problemi di Alfonso sarà il suicidio.
SENILITÁ
È il secondo romanzo di Svevo e vede come protagonista Emilio Brendoni che, pur ereditando da Alfonso l'incapacità di vivere, riesce ad illudersi fino ad attribuire alla sua amante Angiolina qualità spirituali che non le appartengono, in quanto prostituta. Emilio può contare sul suo amico Bolli che gli da indicazioni circa la concretezza della vita e che giudica Angiolina per quella che è. Il romanzo non è più concepito come monologo interiore del protagonista (cfr. Alfonso in "una vita"), bensì come come un processo dialettico tra i personaggi, esempio possono essere: Emilio ed Amalia, estremamente introversi, con Angiolina e Bolli, solari ed estroversi. La "Senilità" non è cronologica, ma è uno stato d'animo patologico di chi concepisce come contemplazione, ricordo ed analisi, piuttosto che come azione, prassi. Emilio Brandoni non è solo il protagonista del romanzo, ma è il personaggio emblematico della concezione sveviana del mondo. La vicenda di Emilio è quella di un uomo frustrato: chiede ad Angelina di diventare sua amante solo dopo aver superato la sua timidezza grazie all'amico Bolli. Le vicende mettono in contrapposizione il carattere di sognatore del protagonista con quello scaltro di Angiolina, che nasconde il suo ambiguo gioco amoroso. Non basterà il realismo di Bolli ad aprire gli occhi ad Emilio che idealizza la sua amata, ma sarà necessaria la morte di Amalia per riportarlo alla realtà.
Rilevante, per quanto riguarda la struttura del romanzo, è l'uso del discorso indiretto libero, con un contrasto tra realtà oggettiva e soggettiva, mentre il linguaggio e lo stile sono antiletterari.
LA COSCIENZA DI ZENO
Rappresenta l'avvento del moderno nella letteratura italiana. Il filo conduttore del romanzo è la coscienza del protagonista, interpretata in vari modi: coscienza morale, consapevolezza e rapporto tra conscio ed inconscio. In quest'opera vi è una corrispondenza tra narratore e protagonista, non è, quindi, lo scrittore a narrare la vicenda di un personaggio, ma è lo stesso personaggio (Zeno) che si analizza, sottoponendo la sua autobiografia all'analisi della sua coscienza. Questo racconto mette in risalto una nuova scoperta, l'assurdo della vita: la malattia umana può essere eliminata solo con l'annullamento della vita. Zeno è un personaggio maturo che qualifica la vita come originale ed imprevedibile. Ha la consapevolezza di ciò che sia la vita e di cosa questa possa dare. Nasce quì l'ironia come mezzo di salvezza, in quanto utile ad autoconoscersi. Questo umorismo è l'espressione della saggezza di fronte alle ragioni dell'esistenza. Tutto il romanzo è una continua condanna alla società ed a tutta l'umanità che è colpevole di aver alienato l'uomo con l'industrializzazione e con numerose mistificazioni: per questo Svevo è definito demistificatore degli inganni della società borghese.
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